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Partiamo dalla considerazione che oggi i media, e i particolare i social media, fanno parte a pieno titolo della nostra vita personale e sociale (Benedetto XVI). Dirlo può sembrare strano ma esisti se possiede anche un profilo digitale. Se vuoi comunicare, informare e raccontare la tua realtà ecclesiale non puoi non renderti presente nello scenario dei social network. Bisogna farlo non per una “moda sociale”, ma perché, oggi, la vita della gente si è intrecciata con gli ambienti digitali, ognuno di noi riflette qualcosa di sé e cerca i riflessi dell’altro all’interno dei social media.

Pertanto, se vuoi rendere efficace e attuale la comunicazione della tua realtà ecclesiale deve almeno posizionarla su Facebook (con una fanpage) e anche su Instagram. Instagram nasce come risposta al bisogno di “costruire la propria identità sociale” attraverso la condivisione di immagini personali. Qui, la comunicazione funziona attraverso la condivisione di foto e immagini che devono raccontare qualcosa che riguarda l’identità della realtà ecclesiale. Una comunicazione semplice ma allo stesso tempo non scontata perché ogni immagine pubblicata deve riuscire a trasmettere un significato e un messaggio decifrabile da tutti. Inoltre, su Instagram trovi la parte giovane della società. La maggior parte dei ragazzi preferisce rendersi presente su questo social network.

instagramFacebook e Instagram permettono la creazione e lo sviluppo di vere e proprie “comunità online”. E’ un processo però che richiede tempo: 1) le interazioni devono essere frequenti e motivate, orientate a raggiungere uno scopo (in questo caso pastorale); 2) gli utenti devono percepirsi parte della realtà (della comunità parrocchiale); 3) diventa, inoltre, necessario mantenere un livello di comunicazione formale oltre che istituzionale (la comunicazione con e nei social è una cosa seria); 4) bisogna poi mantenere un numero di contatti che permetta una relazione chiara e reciproca; 5) infine, occorre trasmettere informazioni che riguardano la propria parrocchia.

Le comunità ecclesiali continuano però a usare la Rete unicamente per informare e il più delle volte assumono una presenza ancora troppo ancorata a logiche tipiche del web 1.0 (uso Internet solo per dirti gli orari delle Messe). La sfida della Chiesa, consiste nel cominciare a essere meno “comunità virtuale” e più “social network, meno asettico strumento di trasmissione e più luogo di incontro (Cei, 2010).

don Alessandro Palermo