Custodiva Cristo nell’intimo del cuore FRANCESCO, UN UOMO DIVENTATO PREGHIERA
San Francesco è stato uno straordinario uomo di preghiera.
Se provassimo a sommare i tempi che egli, secondo le biografie, ha passato in ritiro e in preghiera dal 1208 (anno della sua conversione), vedremmo che questa fu la sua principale attività.
Egli sentiva una forte attrazione per una vita pienamente dedita a Dio.
Non a caso, la preghiera è la prima attività segnalata ai fratelli, perché Francesco crede che in questo si realizzi in modo unico e primario la verità della sequela di Gesù. Una preghiera che diventa incontro d’amore
Gli inizi: Dopo la conversione si dedica assiduamente all’orazione mentale (3 Comp, 7: “D’improvviso il Signore lo visitò e n’ebbe il cuore riboccante di tanta dolcezza che non poteva muoversi né parlare, non percependo se non quella soavità. E da quell’ora smise di adorare se stesso e persero via via di fascino le cose che prima amava. Il mutamento però non era totale, perché il suo cuore restava ancora attaccato alle suggestioni mondane. Ma svincolandosi man mano dalla superficialità, si appassionava a custodire Cristo nell’intimo del cuore; e nascondendo allo sguardo degli illusi la perla evangelica che intendeva acquistare a prezzo di ogni suo avere, spesso e quasi ogni giorno s’immergeva segretamente nell’orazione. Vi si sentiva attirato dall’irrompere di quella misteriosa dolcezza che penetrandogli sovente nell’anima, lo sospingeva alla preghiera perfino quando stava in piazza o in altri luoghi pubblici”).
La preghiera è un dono, Francesco è convinto che l’iniziativa del dialogo parte dallo Spirito del Signore, è un dono che l’uomo non deve riservarsi, facendosi “ladro del tesoro di Dio”.
Di conseguenza la preghiera principale di Francesco, come quella di Gesù è la lode e il ringraziamento. È il contenuto quasi esclusivo delle numerose formule personali che sono state conservate: onorare, benedire, lodare, ringraziare il sommo Dio, prima di tutto per se stesso, per il suo essere e le sue perfezioni; poi per la sua bontà comunicata a noi con il dono sostanziale del Figlio suo. Di fronte alla grandezza della realtà di Dio, che tutto lo avvolge e riempie del suo amore, diventa inconcepibile la posizione egocentrica di chi prega pensando a se stesso o ai suoi problemi.
Perché pregare? Francesco prega perché si sente seguace di Gesù, poiché per lui la preghiera comincia nella sequela. Nella misura in cui si segue Gesù, si può pregare con cuore puro. Francesco ha scoperto Gesù che attrae e conquista: è lui che motiva la risposta del cuore, la preghiera nella fede. Per Francesco una cosa è chiara: si prega nella misura in cui si è discepoli. Si rende conto che la preghiera non nasce in noi per i nostri sforzi, ma è opera dello Spirito nelle nostre vite. Ma benché questa preghiera non nasca da noi, impegna tutto ciò che facciamo e ciò che siamo, fino a provocare atteggiamenti di offerta e di disponibilità.
Perciò, come nell’Eucaristia, si potrebbe dire che pregare è offrirsi interamente a colui che interamente si offre a noi. E perciò, andando più a fondo, la preghiera è per Francesco un canto di abbandono, un porsi totalmente nelle mani di Dio con assoluta fiducia. Lo faceva in una forma così evidente che i suoi biografi non esitano a dire che “egli non era un uomo che pregava, ma un uomo diventato preghiera” .