FISSATA PER 1L 9 GIUGNO LA “SALITA” DELLA MADONNA DELLA MARGANA
La tradizionale processione che accompagna l’icona della Madonna della Margana dalla Chiesa Madre alla bella chiesetta campestre a lei dedicata è stata spostata al 9 giugno prossimo e non avverrà quindi, come da tradizione, nell’ultima domenica di maggio. Il cambiamento di data si è reso necessario in conseguenza dei numerosi appuntamenti legati alle Prime Comunioni e alle Cresime che si sono sovrapposti con la scadenza delle Elezioni Europee di fine maggio. Domenica 9 giugno, quindi, sarà celebrata alle 17 la Santa Messa presso la Chiesa Madre del SS. Salvatore a cui seguirà la processione verso la Chiesa della Madonna della Margana, lungo il tradizionale percorso. Al termine della processione, il quadro verrà posizionato all’altare principale del Santuario della Margana
e sarà celebrata la Santa Messa.
La devozione alla Madonna della Margana, patrona di Pantelleria unitamente a San Fortunato, ha radici profonde nella storia dell’isola. La preziosa icona bizantina che riporta l’immagine della Vergine nell’atto di allattare il piccolo Gesù, viene conservata nei mesi invernali presso la Chiesa Madre, dimora che viene lasciata nell’ultima domenica di maggio quando in processione viene portata al Santuario della Margana. Dall’alto del colle, durante tutta l’estate, la Vergine Santissima proteggerà i raccolti dei campi e i viaggi dei marinai panteschi per ritornare poi a fine ottobre in paese, accompagnata sempre da una numerosa folla di fedeli, grati per la protezione ricevuta. L’origine di questo migrare dal piano al colle e viceversa risale ad una antica leggenda che narra come la preziosa icona fosse a bordo di una nave, salpata da un porto africano, che si trovò in difficoltà quando navigava nel mare vicino all’isola di Pantelleria. La tempesta costrinse i marini a scaricare tutte le merci trasportate in modo da alleggerire il peso dell’imbarcazione per cercare scampo alla furia del vento e delle onde imperiose. L’immagine sacra venne poi raccolta da alcuni pescatori che la consegnarono ai monaci basiliani che a quel tempo si erano insediati sull’isola, i quali la conservarono fino attorno all’anno 1123. Inizia così la “vita pubblica” dell’icona che venne caricata su un asino per essere trasportata a Pantelleria. Qui il racconto si intreccia con la caparbietà dell’asinello che giunto in prossimità della località Margana si impuntò e non volle più proseguire nonostante si tentasse di smuoverlo in tutti i modi. I monaci interpretarono questo comportamento come un segno divino: il santuario nel quale la Madonna voleva fermarsi doveva sorgere proprio in quel punto. La leggenda continua narrando che nel mese di ottobre il quadro, che si trovava nella chiesetta della Màrgana, scompariva per essere ritrovato misteriosamente nella chiesa Matrice di Pantelleria. Dopo sei mesi, a fine maggio, accadeva l’opposto ed il quadro veniva ritrovato a Màrgana. La devozione dei panteschi ha creato poi la tradizione delle due processioni per accompagnare la Madonna in questo suo pellegrinare e posizionarsi dove era necessaria la sua protezione a secondo dei ritmi stagionali.
La bella e preziosa icona che evidenzia il ruolo materno e protettivo della Vergine che accoglie e protegge i suoi figli con incondizionato amore è particolarmente cara alla comunità pantesca, tant’è che la Madonna della Margana è stata eletta al ruolo di Patrona dell’isola. A lei si rivolgono i fedeli per ottenere conforto e intercessione. Un gesto di fiducia e di gratitudine documentato dai numerosi buchi presenti sul quadro, ove in passato venivano appesi dei gioielli donati come ex-voto e dai numerosi quadretti votivi conservati prima dei bombardamenti dell’ultima guerra. Oltre al valore sacro, l’icona della Madonna della Margana riveste anche un grande valore artistico e storico: sotto l’attuale dipinto, infatti, esistono tracce di un’altra immagine ancora più preziosa coperta dai restauri subiti nel tempo. Particolare testimoniato anche dalla scritta che si legge sul retro dell’icona: “Sacra haec imago anno post incarnatione 857 depicta venustante relapsa fuit a Lujsio Sozzi anno 1732 novitas reformata” e cioè: “Questa sacra immagine, dipinta nell’anno 857 d.C., essendo vecchia fu rifatta da Luigi Sozzi nell’anno 1732 e riportata all’antico splendore”.
L’invito a partecipare alla processione del 9 giugno prossimo è rivolto a tutti, al fine di rinnovare la devozione e la gratitudine verso la Madre Celeste, fonte di amore e consolazione.
Giovanna Ferlucci Cornado