Dal Piano Pastorale diocesano 2018 – 2019
Ascolto e discernimento
Nel Primo libro dei Re si racconta che Salomone, diventato re, sentendosi gravato dal peso delle sue responsabilità̀, in un sogno avuto a Gabaon, rivolse a Dio questa preghiera: «Concedi al tuo servo un cuore docile, perché́ sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può̀ governare questo tuo popolo così numeroso?» (1Re 3,9). La preghiera fu gradita a Dio, perché́ non aveva chiesto per sé molti giorni, né ricchezze, né la vita dei suoi nemici46. Salomone aveva compreso che una qualità̀ indispensabile per governare, cioè per poter giudicare il suo popolo e per stare accanto a chi è vittima di sopruso e chiede giustizia, è il dono del discernimento tra il bene e il male, che potrà̀ ottenere solo se l’Altissimo gli donerà̀ un cuore in ascolto47. Il dono di saper ascoltare, principio di saggezza nel discernimento, è necessario esercitarlo anzitutto nei confronti di Dio, per poter comprendere la sua volontà̀ espressa nelle Scritture e nella storia. Ma occorre imparare anche ad ascoltare gli altri per conoscere bene le loro domande e dare ad esse risposte adeguate e pertinenti. Prima di tutto un cuore in ascolto della Parola di Dio, che il Salmo 118, bellissima lode della Torah, definisce lampada davanti ai nostri passi, ca- pace quindi di illuminare le scelte, aiutando nel discernimento. «Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto» (Eb 4,12- 13). È la spada dello Spirito48 che rende la Parola viva ed efficace. Essa non si può̀ intendere infatti come il luogo dove si è cristallizzata la volontà̀ di Dio, ma piuttosto come strumento (sacramento!) dell’incontro dialogico con il Dio Vivente che parla di fronte alla sua creatura libera. La lectio divina da secoli costituisce il metodo più valido per facilitare questo ascolto attivo della Parola di Dio.
In secondo luogo un cuore in ascolto degli altri, nella cui vita lo Spirito, come ricorda l’Apostolo, agisce liberamente. «La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani» (2Cor 3,2-3). Porsi in ascolto degli altri significa, allora, ascoltare lo Spirito che come «il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3,8). L’aiuto per il nostro discernimento può arrivare anche da chi neanche immaginiamo; infatti lo Spirito sparge i suoi semi di Verità nel cuore di ogni uomo, senza seguire necessariamente le categorie umane o i canali istituzionali. Non dimentichiamo che lo Spirito di Dio non è guidato da noi, non segue i nostri consigli, «perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pen- sieri sovrastano i vostri pensieri» (Is 55,8-9). Il contesto nel quale operare il discernimento è, perciò, l’ascolto e più precisamente un cuore in ascolto. E qui trova la sua esatta collocazione la logica della sinodalità che «implica il coraggio tanto nel parlare quanto nell’ascoltare. Non si tratta d’ingaggiarsi in un dibattito in cui un interlo- cutore cerca di sopravanzare gli altri o controbatte le loro posizioni con argomenti contundenti, ma di esprimere con rispetto quanto si avverte in coscienza suggerito dallo Spirito Santo come utile in vista del discernimento comunitario, aperti al tempo stesso a cogliere quanto nelle posizioni degli altri è suggerito dal medesimo Spirito “ per il bene comune” (1Cor 12,7)