Messaggio del tempo di Avvento
Il termine Avvento deriva dal latino adventus, può tradursi come “venuta” o ancora “arrivo”. Era molto in uso nell’antichità per indicare l’arrivo di un alto funzionario, la visita del re o dell’imperatore in una provincia. Ma poteva indicare la manifestazione di un dio che esce dal suo nascondimento. I cristiani hanno adottato questo termine per indicare la loro relazione con Gesù, il Re dei re, che visita la nostra “provincia”: la terra.
Fratelli e sorelle, mentre si conclude l’anno liturgico, iniziamo con entusiasmo il nuovo anno con il Tempo di Avvento che ci introdurrà alla celebrazione delle feste natalizie. L’Avvento è un tempo di attesa della venuta del Signore. L’oggetto centrale della speranza cristiana non può essere altro. L’attesa di cui si parla non è di un giocattolo, di un regalo che si merita ma è di una Persona, di un Dio fatto uomo. Chi attende è aperto al nuovo, a contemplare un deserto che fiorisce per dirlo con il Profeta Isaia. Ciò richiede un’adeguata preparazione come si usa fare quando aspettiamo un ospite, quando una donna sta per partorire, quando una squadra sta per affrontare una partita decisiva … Può rivelarsi lunga, rischiosa, faticosa; il che dà spazio allo scoraggiamento, alla superficialità, alla distrazione, all’allontanamento. Restiamo vigili e prepariamo la strada che favorisce l’accoglienza del Messia attraverso un comportamento decoroso, di umiltà, di preghiera sia comunitaria che personale. Solo che troppe cose e delle volte anche giuste, possono ostacolare l’incontro con Cristo e al riguardo ci istruisce l’Apostolo: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm.12,2).
Carissimi, la venuta del Signore è favorevole per te, per me, per la nostra Isola, per tutti. Non a caso nella professione di fede diciamo “per la nostra salvezza discese dal cielo”. In questo tempo possiamo diventare anche noi, partecipi della salvezza dei nostri fratelli. Non dobbiamo dimenticare che ci ha insegnato ad amare il nostro prossimo come noi stessi. Di conseguenza, se trascuriamo la sua venuta, otterremo lo stesso trattamento perché Egli è Giusto in tutto quello che fa. Rimuoviamo perciò, tutto quello che può ostacolare l’accoglienza del Re nella nostra vita. Il tempo si è fatto breve giacché abbiamo appena quattro settimane per poter cantare con gli angeli: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli”. Dipende da te, da me, da ciascuno di noi poter incontrare il Signore, come un amico che mi accoglie a casa e mi rende partecipe dei suoi beni, oppure come giudice che non può fare altro che constatare e prendere atto della mia definitiva decisione di rifiutarlo.
Buon cammino
I vostri sacerdoti