PIANO PASTORALE 2019 – 2020
LO SPIRITO ALEGGIA SULLA CHIESA IL DISCERNIMENTO: GIOVANI E

COMUNITÀ CRISTIANA

Il percorso dell’anno pastorale che si conclude ha accompagnato le nostre comunità sotto il segno e la forza dello Spirito Santo, fissando la nostra riflessione e i nostri cammini sul discernimento. Volendo collocarci nel contesto delineato dalla recente Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (3-28 ottobre 2018) sul tema: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», abbiamo scelto di puntare sui giovani in questo secondo anno del percorso pastorale focalizzato sullo Spirito Santo e sul discernimento. La scelta di porre i giovani quali protagonisti dell’itinerario pastorale della nostra Chiesa comporta, come si è detto, l’assunzione dell’esortazione apostolica Christus vivit e del Documento finale del Sinodo quali oggetto e contenuto del presente Piano pastorale diocesano. I due testi diventino, perciò, se non lo sono già, familiari a tutti attraverso una lettura attenta e una approfondita riflessione personale e di gruppo. Alle nostre comunità ecclesiali confido che coltivo la speranza che quest’anno, dedicato particolarmente ai giovani, possa costituire una provvidenziale opportunità per lasciarci rinnovare il cuore e per riscopri- re quella perenne giovinezza dello spirito che ci appartiene in quanto Popolo di Dio. Mentre ci rivolgiamo con atteggiamento premuroso ai giovani affiancandoci ai loro percorsi talvolta apparentemente così distanti dai nostri, la nostra Chiesa ha l’opportunità di guardarsi allo specchio e discernere le rughe che segnano il suo volto a motivo dell’allontanamento dalla freschezza del Vangelo e dall’eterna giovinezza donatale dallo Spirito del Signore risorto (cfr CV 34). Non è insolito decidere di fare sacrifici per custodire il più a lungo possibile la giovinezza del corpo e della mente, che vorremmo sempre performante e vivace, mentre non si fa lo stesso per la giovinezza dello spirito, che, se non adeguatamente sostenuta e rinvigorita, scade nel giovanilismo e nella banalità, rendendo sospettosi e ostili nei confronti di ogni novità. I giovani, al contrario, sono questo novumche ci interpella e chiede di essere considerato e incluso nelle nostre comunità. Abbiamo preferito creare barriere e steccati difensivi che ci separano dai giovani e che ci precludono il loro modo di vedere e di vivere il mondo, così diverso da come lo vediamo noi adulti; recinzioni che allontanano ogni possibilità di incontro e di dialogo con loro. Alcuni cristiani, peraltro, sembrano ossessionati dall’improbabile quanto inutile missione di difendere a tutti i costi un patrimonio di dottrine e di tradizioni, contro ogni innovazione; salvo poi accorgersi che questo prezioso tesoro, che nessuno ha mai avuto intenzione di dissipare, rimane inaccessibile e ben nascosto e, malauguratamente, ha causato un taglio difficilmente ricucibile con le future generazioni.Se la Chiesa vuole ringiovanire e rinnovarsi deve imparare a rischiare, a gettare le reti al largo, a uscire dai luoghi soliti del culto e della pastorale che creano solo false sicurezze. Papa Francesco invita a cambiare atteggiamento nei confronti del mondo giovanile e ad aprirci alla capacità di inclusione, a dispetto di ogni distanza o diversità. I giovani vanno avvicinati e accolti, amati e accompagnati, anche – e forse soprattutto – fuori dai luoghi ”canonici” che fino a oggi abbiamo pensato di riservare loro e che oggi sono desolatamente deserti e vuoti (cfr. CV 212, 221). Avverto, perciò, l’urgenza di fare mie le parole incisive e stimolanti del Papa ai giovani e di rilanciarle alla nostra Chiesa Mazarese, in particolare alle comunità parrocchiali, affinché infiammate dallo zelo apostolico, si lascino provocare dai giovani rimanendo giovani esse stesse: «Giovani non rinunciate al meglio della vostra giovinezza, non osservate la vita dal balcone. Non confondete la felicità con un divano e non passate tutta la vostra vita davanti ad uno schermo. […] Rischiate, anche se sbaglierete. Non sopravvivete con l’anima anestetizzata e non guardate il mondo come se foste turisti. Fatevi sentire! Scacciate le paure che vi paralizzano, per non diventare giovani mummificati. Vivete! […] Per favore, non andate in pensione prima del tempo» (CV 143).

( tratto dal Piano Pastorale pag.22-23, 4 Camminare insieme ai giovani. Mons Domenico Mogavero)