A quella vista palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, dice Isaia. Epifania è la festa del cuore dilatato. È una gioia pensare oggi che Dio è di tutti. I Magi erano dei pagani, venivano da un Oriente misterioso, patria delle religioni più diverse, culla della vita. Vengono a dire che Dio appartiene a tutta l’umanità e che lo cercano l’intelligenza e il cuore di ogni uomo, la sapienza e la cultura di ogni popolo.
È il Dio di chi crede e di chi non ce la fa a credere, dei cristiani e degli islamici, di chi è regolarmente sposato e di chi ha subito la lacerazione dell’ amore, di chi è solo e di chi vive insieme ad un amato, di me e di chi non è della mia parte politica. È il Dio di tutti e per tutti fa sorgere una stella, per chiunque lo cerchi con cuore sincero.
I Magi vedono molte cose in quella stella. È una stella con molte stelle dentro, un bambino, un re, un Dio: Siamo venuti per adorarlo. Ecco il desiderio di Dio. Dio ha desiderio che noi abbiamo desiderio di lui. Dio non è un dovere, è un desiderio. Per questo i Magi viaggiano per anni, «fissando gli abissi del cielo fino a bruciarsi gli occhi del cuore» (D.M. Turoldo).
Il vangelo contrappone il libero viaggio e la cerchia murata di Gerusalemme, i cercatori di stelle e i cercatori di parole, gli scribi che sanno tutto ma che si muovono solo per andare a corte a fare sfoggio di cultura. Per loro Dio non è una passione in grado di farli partire.
I Magi invece hanno poche conoscenze, ma potenti desideri. E mentre gli scribi offrono citazioni, essi portano doni. Ma il dono più bello, il più grande, è il loro stesso viaggio lungo due anni, è il loro lungo desiderio. Questo è il grande dono che anche noi possiamo offrire a Dio, la fame e la sete di lui. Della nostra sete Dio ha sete.
Abbiamo visto la sua stella e siamo venuti… Ma per noi oggi quella stella dov’ è? Giovanni nel prologo afferma: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini». Cristo è il luogo della vita, e la vita è la stella degli uomini. Quella vita in abbondanza che è venuto a portare ad ogni uomo indica la rotta.
Allora seguirò le lacrime e le domande d’aiuto di ogni vivente; seguirò gli abissi di dolore e i miracoli della carità di oggi; e poi seguirò le ricerche spirituali, culturali, artistiche dell’uomo contemporaneo, le sue conquiste scientifiche e sociali; seguirò, mi appassionerò alla storia dell’uomo, tutta. Poi valuterò e manterrò ciò che è buono, vedendo vi la vera stella cometa che accende ancora i nostri cieli.
L’uomo è la stella. E allora palpiterà e si dilaterà il tuo cuore. Se non ti apri all’uomo non vedrai nessuna stella. Dio non è il Dio degli scribi, ma della carne che spera ama soffre. C’è più verità in un solo grido di dolore che in interi trattati di filosofia. Perché Dio è la fiamma delle cose, l’anima della storia, stella in fondo al cuore. Di tutti.