La croce è gloria ed esaltazione di Cristo
Noi celebriamo la festa della santa croce, per mezzo della quale sono state cacciate le tenebre ed è ritornata la luce. La festa della santa croce, e così, insieme al Crocifisso, veniamo innalzati e sublimati anche noi. Infatti ci distacchiamo dalla terra del peccato e saliamo verso le altezze. E’ tale e tanta la ricchezza della croce che chi la possiede ha un vero tesoro. E la chiamo giustamente così, perché di nome e di fatto è il più prezioso di tutti i beni. E’ in essa che risiede tutta la nostra salvezza. Essa è il mezzo e la via per il ritorno allo stato originale.
Se infatti non ci fosse la croce, non ci sarebbe nemmeno Cristo crocifisso. Se non ci fosse la croce, la Vita non sarebbe stata affissa al legno. Se poi la Vita non fosse stata inchiodata al legno, dal suo fianco non sarebbero sgorgate quelle sorgenti di immortalità, sangue e acqua, che purificano il mondo. La sentenza di condanna scritta per il nostro peccato non sarebbe stata lacerata, noi non avremmo avuto la libertà, non potremmo godere dell’albero della vita, il paradiso non sarebbe stato aperto per noi. Se non ci fosse la croce, la morte non sarebbe stata vinta, l’inferno non sarebbe stato spogliato.
E’ dunque la croce una risorsa veramente stupenda e impareggiabile, perché, per suo mezzo, abbiamo conseguito molti beni, tanto più numerosi quanto più grande ne è il merito, dovuto però in massima parte ai miracoli e alla passione del Cristo. E’ preziosa poi la croce perché è insieme patibolo e trofeo di Dio. Patibolo per la sua volontaria morte su di essa. Trofeo perché con essa fu vinto il diavolo e col diavolo fu sconfitta la morte. Inoltre la potenza dell’inferno venne fiaccata, e così la croce è diventata la salvezza comune di tutto l’universo.
Sulla croce Cristo distende le braccia per accoglierci tutti e le quattro braccia distese vogliono anche ricordare le quattro dimensioni dell’universo. L’evangelizzazione stessa, in fin dei conti, non è altro che la manifestazione del mistero della Croce. Così San Paolo, grande predicatore di Cristo Crocifisso, chiarisce che Gesù sulla croce abbraccia cielo, mare, terra e abisso, perché la potenza e la provvidenza di colui che è steso lì penetrano la totalità della creazione.
La croce è gloria di Cristo, esaltazione di Cristo. La croce è il calice prezioso e inestimabile che raccoglie tutte le sofferenze di Cristo, è la sintesi completa della sua passione.
Il vangelo che la liturgia ci offre nella festa dell’Esaltazione della santa Croce, suggerisce che Dio intende costruire con ciascuno una relazione d’amore; si offre nel suo Figlio Gesù, innalzato in Croce.
L’innalzare lo sguardo a Dio suggerisce una verità importante: siamo invitati a tornare a relazionarsi con Lui. Basta ripiegarsi su sé stessi, alimentando inutili sensi di colpa e dimenticando che “Se il cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore” (1Gv 3,19). Alzare lo sguardo verso le stelle (cfr Abramo e la promessa di una grande discendenza), sapendo gettare in Dio ogni preoccupazione.
Stupore e gratitudine Un innalzare lo sguardo che non deve suscitare paura ma gratitudine, perché quell’innalzamento è la misura d’amore con la quale Dio ama i suoi figli, nel Figlio. È la Misericordia di Dio, che illumina le notti della vita e permette di proseguire il cammino.
Davanti alla Croce non c’è neutralità Davanti alla Croce di Gesù non si può restare neutrali: o con Lui o contro di Lui. Una scelta che va compiuta prima di ogni azione, poiché l’agire del cristiano non è altro che la testimonianza di quanto “Dio ci ha amati, fino a dare suo Figlio Gesù”.