Opera dello Spirito Santo
Lo Spirito Santo è l’artefice e l’Eucaristia l’alimento del cammino di perfezione del cristiano
È lo Spirito Santo che ci rende santi per mezzo dei sacramenti, e soprattutto con il Pane Eucaristico.
L’Eucaristia ci fa santi, e non ci può essere santità che non sia legata strettamente all’Eucaristia. Colui che mangia di me, vivrà per me (Gv 6,57). Gesù, il Santo di Dio (Gv 6,35), dopo averci rigenerato nell’acqua e nello Spirito Santo, mediante il battesimo, nutre, fortifica e porta alla pienezza la nostra vita divina con il Pane di vita. «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51). L’Eucaristia è davvero la sorgente e il culmine di tutta la vita della Chiesa e della Santità.
Per questo i santi, pur essendo diversissimi tra di loro, hanno avuto tutti fame e sete di Gesù-Eucaristia. «Stanno davanti ai nostri occhi – scrive Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica Mane nobiscum Domine – gli esempi dei Santi, che nell’Eucaristia hanno trovato l’alimento per il loro cammino di perfezione. Quante volte essi hanno versato lacrime di commozione nell’esperienza di così grande mistero e hanno vissuto indicibili ore di gioia sponsale davanti al Sacramento dell’altare» (n. 31).
S. Francesco d’Assisi, che non volle essere sacerdote, «ardeva d’amore – dice il primo biografo Tommaso da Celano – in tutte le più intime fibre per il Sacramento del corpo del Signore, rimanendo pieno di stupore per sì amorosa degnazione e sì misericordiosa carità!». Ai frati sacerdoti diceva: «Considerate, fratelli sacerdoti, la vostra dignità e siate santi,… l’uomo sia pieno di timore, tremi tutto il mondo ed esulti il cielo, quando sull’altare, tra le mani dei sacerdote, sta Cristo, Figlio del Dio vivo». Nel Testamento di S. Francesco leggiamo: «Il Signore mi dava, nelle chiese, tanta fede, che così semplicemente, pregavo e dicevo: Noi ti adoriamo, Signore Gesù, qui e in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero, e ti benediciamo perché con la tua santa croce, hai redento il mondo».
Così Chiara di Assisi, la pianticella di S. Francesco, ardeva di grande amore per l’Eucaristia che era il centro della vita del monastero. «Riportava dall’altare – scrive Tommaso da Celano – parole ardenti tali da infiammare il cuore delle sorelle». Quando i saraceni, assoldati dall’imperatore Federico II, volevano saccheggiare il monastero, Chiara non ebbe timore di prendere l’Eucaristia tra le sue mani e, avvicinatasi alle mura, pregò così: «Signore, non consegnare le tue spose ai tuoi nemici». Si sentì una voce che diceva: «Io sempre vi ho protetto e sempre vi proteggerò!». I saraceni furono respinti da una forza invisibile. Per questo Chiara è rappresentata sempre con l’ostensorio in mano.
[3/6, 17:15] +39 368 253 365: Santi di ieri e santi di oggi: tutti innamorati di Gesù Eucaristia. La Beata Teresa di Calcutta diceva: «Non potrei vivere senza l’Eucaristia! È L’Eucaristia che mi riempie di amore e mi dà la forza per servire i poveri e per chinarmi con amore sulle loro piaghe». Charles de Foucauld, un contemplativo dei nostri tempi che sarà presto beatificato, passava ore intere nel deserto, davanti all’Eucaristia, e diceva: «Tu sei là, Signore Gesù, nella santa Eucaristia! Tu sei là, Signore Gesù, nel santo tabernacolo. Il tuo corpo, la tua anima, la tua umanità, la tua divinità, il tuo essere intero è là, nella sua duplice natura! Quanto sei vicino, mio Dio!» Spesso era immerso nell’aridità più profonda, e diceva: «Esalarsi in pura perdita di fronte a Lui che è tutto! La tua felicità, o Gesù, mi basta». Massimiliano Kolbe, un santo per i nostri tempi difficili, martire della carità, aveva sempre Gesù-Eucaristia solennemente esposto nella Cittadella dell’Immacolata, e voleva che i suoi collaboratori passassero molto tempo in adorazione affinché l’apostolato fosse la sovrabbondanza di amore a Gesù-Eucaristia. Che dire poi di S. Pio da Pietrelcina? L’Eucaristia era per lui tutto: Calvario e Paradiso sulla terra. «Oh quanto fu soave questa mattina – scriveva al padre spirituale – l’incontro con Gesù. Il cuore di Gesù e il mio, permettetemi l’espressione, si fusero. Non erano più due cuori che battevano, ma uno solo. Il mio cuore era scomparso come una goccia d’acqua che si smarrisce in un mare. Le lacrime più deliziose mi inondarono il volto!». Molto nota la sua affermazione: «È più facile che il mondo possa vivere senza sole, anziché noi senza l’Eucaristia!».
Gli esempi potrebbero moltiplicarsi, ma non vorrei tralasciare la stupenda testimonianza del Servo di Dio Giovanni Paolo II che, nella sua Lettera enciclica sull’Eucaristia, ci ha donato questa confidenza personale, segreto della santità: «È bello intrattenersi con Lui (Gesù) e, chinati sul suo petto come il discepolo prediletto (cfr. Gv 13,25), essere toccati dall’amore infinito del suo cuore. Se il cristianesimo deve distinguersi, nel nostro tempo, soprattutto per l’ “arte della preghiera”, come non sentire un rinnovato bisogno di intrattenersi a lungo, in spirituale conversazione, in adorazione silenziosa, in atteggiamento d’amore, davanti a Cristo presente nel Santissimo Sacramento? Quante volte, miei cari fratelli e sorelle, ho fatto questa esperienza, e ne ho tratto forza, consolazione, sostegno! […] L’Eucaristia è un tesoro inestimabile: non solo il celebrarla, ma anche il sostare davanti ad essa fuori dalla Messa consente di attingere alla sorgente stessa della grazia» (n. 25). Nella Lettera Mane nobiscum Domine, Giovanni Paolo II scriveva: «L’Anno dell’Eucaristia nasce dallo stupore con cui la Chiesa si pone di fronte a questo grande Mistero. È uno stupore che non finisce mai di pervadere il mio animo» (n. 29).
Chiediamo alla Madonna, che Giovanni Paolo II ha chiamato “Donna Eucaristica”, di scoprire sempre più Gesù nell’Eucaristia e di trovare in lui la soluzione di ogni nostro problema. Il Pane Eucaristico che riceviamo è la carne immacolata del Figlio di Maria: Ave vero Corpo nato da Maria Vergine.
«Ostia immacolata, immenso fascino della mia anima, vorrei guardarti sempre, bere da te un amore e una purezza infiniti; o mio Gesù, donami lo splendore dell’Ostia immacolata; o cibo divino vorrei trasformarmi in te e divenire per te e come te un’ostia pura e santa. Ancora una volta mi consacro interamente al tuo amore. Ti consacro tutti i miei sentimenti, le mie aspirazioni e miei desideri. Desidero te, unicamente e sempre te. Ti offro il mio amore, come un torrente, da quando il mio cuore ebbe la vita fino a quando si spegnerà» (B. Candida Maria dell’Eucaristia, O.C.D.).