Il Cristo Risorto, la speranza del mondo che ha vinto la morte e ci assicura una vita senza fine. La celebrazione della commemorazione dei defunti può sembrare quanto di più lontano dalla festa di Pasqua. Invece è strettamente unita: come noi anche Cristo ha conosciuto la morte; come lui anche noi conosceremo la risurrezione e la vita che non ha fine.
Parlare della morte ai bambini può spaventare gli adulti che la considerano troppo triste per i piccoli, troppo lontana dal loro mondo, troppo difficile da spiegare. Ma i bambini la conoscono già, la vedono al TG, nei film, nei cartoni animati oppure ne hanno avuto esperienza (la morte di un nonno o di un conoscente).
E’ inutile e dannoso far finta che la morte non esista e, soprattutto, è sbagliato non rispondere alle domande dei bambini. Il silenzio fa più paura della verità perchè non permette di conoscere la realtà e di accettarla. Parlare della morte è un altro modo per parlare del significato della vita e sono proprio i valori che hanno ispirato quest’ultima a dare il senso della morte ad ognuno di noi. I ragazzi non ignorano il significato e l’esistenza della morte, ma è solo la fede in Dio a donare loro la consapevolezza che, pur non potendo più incontrare sulla terra le persone care defunte, queste continueranno a vivere nel corpo glorioso ed ascolteranno le loro preghiere. Dopo la morte la gente continua a vivere nella memoria di chi resta. Il nostro corpo costituisce un’individualità unica chiamata alla vita dal soffio di Dio e cade quando “Dio ritira il suo soffio”.
I confini tra vita, morte e risurrezione cadono, perché Cristo ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà”. Coloro che sono presso Dio sono vivi, così come Dio è vivo. Non vivranno più la vita della terra, ma trasfigurati vivranno nella Vita di Dio, contemplano il volto di Dio, vivono la meraviglia ed intercedono senza sosta per coloro che camminano sulla terra. Solo la fede può farci pensare che la parte più bella deve ancora arrivare …..