Nella domenica seguente la festa dell’Epifania, prima del tempo ordinario, la Chiesa celebra il Battesimo del Signore.
Il Battesimo di Gesù ricorda soprattutto il nostro Battesimo ed è occasione propizia per ripensare la propria appartenenza a Cristo nella fede della Chiesa di Dio e un evidente invito a riscoprire il dono del battesimo che abbiamo ricevuto: l’atto fondamentale con cui i cristiani sono divenuti tali. Ecco allora qualche domanda: – Che cosa è cambiato nella nostra vita con l’ingresso in essa di Dio. – Che cosa significa in realtà per me essere battezzato? – Che cosa significa per me il Battesimo?” Se siamo onesti dobbiamo rispondere che in realtà non significa gran che. Non lo comprendiamo bene. Eppure anche a ciascuno di noi, quel giorno, il Padre ha dichiarato il suo amore: «Tu sei il Figlio mio, l’amato». È il sigillo della nostra identità. Il nome di ciascuno è «amato per sempre». Dio ama ognuno come ha amato Gesù, con quella intensità, con la medesima emozione, con l’identica speranza. Il Battesimo è l’arcobaleno di Dio sulla nostra vita, la promessa del suo grande amore per noi, la porta della speranza e nello stesso tempo il segno che ci mostra come si fa ad essere un uomo. Anche su ciascuno di noi è sceso con forza lo Spirito Santo che purifica, rinnova e trasforma. La gran parte di noi ha ricevuto il sacramento del battesimo da piccolo. A volte si discute sull’età in cui riceverlo. Ma il Battesimo è un dono che ci viene dato e precede ogni nostra scelta; è una grazia data da Dio. Ricorda al riguardo il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La pura gratuità della grazia della salvezza si manifesta in modo tutto particolare nel Battesimo dei bambini. La Chiesa e i genitori priverebbero quindi il bambino della grazia inestimabile di diventare figlio di Dio se non gli conferissero il Battesimo poco dopo la nascita”. (1250) È il Signore che ci accoglie nella sua famiglia: la famiglia dei figli di Dio! È bello ed esaltante pensare che, anche su ciascuno di noi, un giorno, si sono aperti i cieli e Dio ci ha accolti come figli. Infatti c’è una correlazione stretta tra il Battesimo di Cristo e il nostro Battesimo. Al Giordano si aprirono i cieli a indicare che il Salvatore ci ha dischiuso la via della salvezza grazie proprio alla nuova nascita “dall’acqua e dallo Spirito” (Gv 3,5) che si realizza nel Battesimo. In esso noi siamo inseriti nel Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa di Dio, moriamo e risorgiamo con Lui, ci rivestiamo di Lui. Dal battesimo di Cristo discende e deriva il nostro battesimo, segno efficace della grazia istituito da Gesù Cristo, mediante il quale ciascuno realizza l’universale chiamata alla santità ed è inviato nel mondo a render visibile Cristo il Figlio di Dio redentore dell’uomo e della storia. Il Battesimo è la radice e il motivo principale del nostro ruolo attivo nella Chiesa di Dio e nella nostra missione di cristiani nel mondo. Questa vocazione è rafforzata e confermata ― come indica il nome ― dal sacramento della Confermazione, è alimentata dalla preghiera, dalla parola di Dio e dall’Eucaristia. Data l’importanza e il significato del battesimo nella vita cristiana e nell’opera della evangelizzazione è necessario recuperare il valore di questo Sacramento. Ha affermato Papa Francesco: “Può nascere in noi una domanda: ma è davvero necessario il Battesimo per vivere da cristiani e seguire Gesù? Non è in fondo un semplice rito, un atto formale della Chiesa per dare il nome al bambino e alla bambina? … Non è una formalità! È un atto che tocca in profondità la nostra esistenza. Un bambino battezzato o un bambino non battezzato non è lo stesso. Non è lo stesso una persona battezzata o una persona non battezzata. Noi, con il Battesimo, veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli.” (Udienza Generale 8 gennaio 2014). Anche per noi i cieli si aprono perché ci sentiamo dire: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Il battesimo di Gesù e il no